Intervista a Roberta Filippi
1) Lei è a capo di uno dei centri internazionali di maggiore spessore, in ambito culturale presenti nella capitale. E non solo. L’omaggio a Margaret Yourcenar, l’intervento poi di una testimonial d’eccezione come Marcia Theophilo, sottolineano maggiormente la missione di questa mostra, rivolta per l’appunto alle donne. Mi racconti com’è nato il progetto e quali sentimenti hanno prevalso più di altri,
R.F. L’Altrosguardo-Artisti Associati, che ho fondato e che presiedo, è in effetti una delle Associazioni più attive anche in campo internazionale e l’unica che promuova efficacemente anche il lavoro dei giovani emergenti. Inoltre, come Direttore Artistico del Centro Antinoo-Archivio M.Yourcenar ho inserito nel mio progetto una sezione dedicata alla grande scrittrice e anche le performances poetiche di Tomaso Binga/Bianca Menna e Màrcia Theòphilo rientrano nella visione internazionale del progetto stesso. Nel mio percorso artistico come nel privato ho sempre, naturalmente con i linguaggi dell’arte scevri da intenti meramente didascalici, posto attenzione a temi universali e contemporanei, temi di etica, di diritti umani, di forti proposizioni per una diversa visione dell’arte e della vita. Come scrivo in catalogo, questa Mostra è dedicata alla Donna, nei suoi molteplici aspetti, all’universo femminile con le sue luci e le sue ombre.
2) Essendo, oltretutto presidente de “L’Altrosguardo- Artisti Associati”, mi dica: la scelta degli artisti, la committenza data loro è stata valutata sulla base di contenuti molto vasti. Come hanno reso secondo lei questo concetto di “donna e inteculturalità”?
R.F. Ho invitato, oltre a quelli dell’Associazione, alcuni altri Artisti internazionali con i quali, peraltro, ho un percorso comune di mostre e interscambio. Penso tra l’altro al lungo lavoro sul nostro progetto Corviale che, da utopica e difficile avventura, sta diventando un progetto di attenzione europea. Con piacere posso dire che il tema che ho proposto ha trovato calda condivisione, tanto che quasi tutti gli Artisti, alcuni di differenti nazionalità e back ground culturale e sociale, hanno realizzato le opere proprio per questa mostra.
3) Nella sua composizione “Dea Lupa” cosa ha voluto esprimere?
I miei ultimi lavori sono il risultato di un percorso di ricerca sulla luce, attualmente utilizzo la foglia d’oro in maniera innovativa, cioè non più o non solo come fondo per la rappresentazione figurativa, bensì come segno pittorico, scrittura, sperimentazioni di ossidazioni, lacerazioni e sovrapposizioni plurimateriche, un oro sottratto al buio come luce nera nascente e primordiale; alfabeti evocativi di culture e iconografie altre e qui alcuni frammenti in sanscrito trattano del ciclo lunare e del sangue mestruale. In “Dea Lupa” che è in parte un mio autoritratto, raffiguro la mia anima e la mia carnalità, a “Luce Nera” come intitolo questo ciclo pittorico.
4) Le altre opere, compresa la sua, sono figlie di un modus operandi molto diversificato. Differenziano il quid interculturale della donna, rendendolo quasi astratto. Perché?
R.F. Ritengo che il valore e la forza di una mostra sia anche nella molteplicità poetica interpretativa, inoltre il progetto non è solo di denuncia, ma invita a indagare e riflettere sull’importanza che la presenza femminile ha determinato nel campo delle arti e delle scienze, del pensiero e dell’impegno sociale, in un grande affresco multiculturale e multietnico.
5) Cosa si aspetta dopo questa mostra? Una maggiore sensibilità del pubblico o in generale dell’intera opinione pubblica ai temi che rappresentano la donna?
Questa mostra nelle mie intenzioni è uno step del progetto ancora più articolato e che sarà proposto in altri Paesi europei (e non solo). Certamente è solo una goccia di cui però sono composti gli oceani e il tema della sensibilizzazione all’universo Donna, composito e complesso, proposto con straordinari scritti dipinti e sculture tramite i vari linguaggi dell’arte, intesa come potente strumento di confronto e evoluzione, persegue utopie praticabili, concorre a indicare un cammino e testimonia un disegno di coscienza, speranza e amore al di là di barriere culturali, geopolitiche o di orientamento sessuale.
6) Esemplare un estratto della Yourcenar quando parla di Sofia, come la Lettonia: “il valore della libertà non muore mai”.
Forse la sua mostra, sposa questa filosofia? E forse questo l’omaggio alla Yourcenar e alla vostra iniziativa che si appresta a concludersi?
R.F. Sì, la libertà come diritto universale e bene inalienabile, fiamma linfa e anelito di tutti gli spiriti liberi. In relazione a quanto Lei con molta sensibilità e acutezza cita, sarà anche il magnifico testo della Yourcenar, “Il Colpo di grazia”, ambientato in Lettonia, che con l’Ambasciatore intervenuto al vernissage contiamo di elaborare in un progetto specifico.
Si può quindi dire……………a suivre.
- On 21 Nov 2014